Il Partito più antico Il simbolo dell’Edera resta nelle mani dei repubblicani Il 18 maggio l’Adnn Kronos ha dedicato al Partito repubblicano italiano un servizio che riproduciamo integralmente. E’ il più antico tra i simboli di partito. Non a caso rappresenta l’immortalità dell’anima. L’Edera del Partito repubblicano nacque 114 anni fa, per la precisione a Bologna, il 12 aprile del 1895, quando si celebrò il primo congresso nazionale. Il Pri è anche l’unico ad aver sempre conservato immutati nome, logo e i valori ideologici fondanti, come attestato dall’articolo 1 del suo statuto: "… si riconoscono negli insegnamenti della scuola repubblicana, da Giuseppe Mazzini a Carlo Cattaneo, da Ugo La Malfa a Giovanni Spadolini; nelle lotte del Risorgimento e della Resistenza e nello sforzo di realizzazione di una società basata sul rispetto dei diritti individuali, sulla responsabilità civica, sulla democrazia…". Forti di una storia così importante e ingombrante, i repubblicani non ci pensano proprio a mandare in soffitta il loro "marchio di fabbrica" dopo l’adesione al Popolo della libertà, nato dalla fusione di Forza Italia e An il 27 marzo scorso. Francesco Nucara, segretario nazionale del partito dal 2001, promette battaglia: "L’Edera e la nostra bandiera non moriranno mai, non li regaleremo a nessuno". Per ora non si parla di fondazione per blindare patrimonio e logo, tutto è rinviato a dopo l’estate. "A ottobre - dice Nucara - si terrà il Congresso e in quella sede decideremo sul da farsi. Abbiamo aderito al Pdl e abbiamo stretto un’alleanza elettorale per le europee e le amministrative, poi si vedrà’’. La storia dell’Edera parte da lontano, quindi, e nel corso degli anni ha conosciuto anche travagli giudiziari. Nel 2006, infatti, il Pri, ottiene il riconoscimento dell’esclusività del simbolo: il Tribunale di Roma emette un’ordinanza vietando al Movimento Repubblicani Europei di Luciana Sbarbati e ai Repubblicani Democratici l’uso contemporaneo dell’Edera e della parola "Repubblicani", che resta così diritto esclusivo del Partito repubblicano italiano. Ecco una breve storia dei repubblicani dal ‘95 fino a oggi: dall’esperienza dell’Ulivo all’adesione alla Cdl di Berlusconi. Nel 1995 il Pri entra nell’Ulivo. Dopo cinque anni di governi di centrosinistra a guida Prodi, D’Alema e Amato, cambia schieramento: il XLII congresso del partito, che si svolge a Bari nel gennaio del 2001, sancisce l’adesione alla coalizione di centrodestra anche se un ingresso ufficiale nella Cdl non fu mai formalmente ratificato. Luciana Sbarbati, in aperta polemica con questa decisione, lascia il partito. Alla guida di un piccolo gruppo di scissionisti (5% dei voti congressuali) darà vita al Movimento Repubblicani Europei che diventerà alleato del centrosinistra. Intanto si registra anche un recupero a destra: riconfluiscono nel Pri gli esponenti del movimento di Unità Repubblicana. Il 6 ottobre dello stesso anno, Giorgio La Malfa, dopo 14 anni, lascia la segreteria del partito per assumerne la presidenza. Il Consiglio nazionale elegge nuovo segretario nazionale, Francesco Nucara, tutt’ora in carica. Il 27 marzo 2009, il Pri aderisce al Pdl, ma è polemica perché Nucara non vuole cedere né sul simbolo, né sulla bandiera che devono restare al partito. L’ultima parola spetterà al Congresso in programma a ottobre. Una data che potrebbe segnare il "ritorno" dell’Mre con la creazione di una casa comune dei repubblicani come auspicato dalla Sbarbati: "Mi auguro che questo possa essere il Congresso della riconciliazione. Stiamo lavorando in questo senso. Per ora noi del Movimento repubblicani europei siamo alleati con il centrosinistra, ma conserviamo la nostra netta autonomia. Per un eventuale ricongiugimento sotto la stessa casa – avverte - anche il Pri di Nucara dovrebbe rimarcare la sua autonomia dal centrodestra e poi valutare sul da farsi". |